history and memory
Marco Staccini
Il grande "Staccio"
Il grande "Staccio"
La scomparsa di Marco Staccini, dopo una lunga malattia, ha colpito l'intera comunità umbertidese. Giocatore a Umbertide, poi allenatore, Staccini aveva guidato Fratta e Foligno basket dove aveva ottenuto grandi successi nei momenti d'oro dei due club. Tanto il cordoglio in città, espresso anche dal sindaco Carizia: "Con Marco Staccini se ne va un grande uomo di sport, una delle figure simbolo della pallacanestro cittadina e regionale, un uomo che ha dato tutta la sua vita al movimento cestistico diventandone una vera e propria bandiera […].
La vita di "Staccio", come veniva affettuosamente chiamato dagli amici e dai suoi ragazzi, è legata fortemente alla storia del Basket Club Fratta, di cui fu capitano in campo e grande allenatore. Al figlio Michele, alla moglie Daniela, ai familiari tutti, al Basket Club Fratta e al movimento della pallacanestro umbra giungano le più sentite condoglianze e un grande abbraccio".
Marco Staccini è stata una vera e propria bandiera del "Basket Club Fratta" in cui ha militato per 39 anni: 13 da giocatore e 26 da allenatore. 2040 le partite di Staccini, disputate come coach e come giocatore. Staccini allenò anche la Pallacanestro Femminile Umbertide, dal 2005 al 2007, negli anni della serie A2.
Tantissimi i messaggi di cordoglio e in ricordo di Marco, dopo la sua scomparsa. Tra tutti abbiamo scelto di ricordarlo pubblicando un estratto del libro Ippippiurrà di Federico Sciurpa, dedicato ai 50 anni del Baket Club Fratta di Umbertide e in cui si riesce ad avere una visione di Staccini, autentica e vivace.
Marco Staccini, “Lo Steccio" come gli dicevano a Foligno dove conquistò la B alla fine degli anni Ottanta, da coach ne fu lui l'ideologo maximo, ma non vorremmo sminuirlo. Meritava ben altra carriera, però il discorso è lungo. E comunque ha allenato 30 anni la stessa società, quella dove è nato. Per dieci in quella squadra ci ha giocato. I ragazzi di oggi non lo sanno, ma il "numero 8" (anche se ha cominciato col 5) non è per tutti.
[...] Perché tutti gli atleti del Fratta erano dei giocatori di basket, ma conoscevano anche "il pallone". Alcuni di loro anzi, venivano letteralmente scippati al calcio da Zurli, a scuola. Affascinati da una "prova" che era sempre definitiva. Una preparazione da trincea, all around.
Solo così si spiegano certi inseguimenti a togliere la palla all'avversario che partiva solitario a canestro: un recupero da difensore di fascia o da stopper che fa la diagonale. Era uno dei classici proprio dello Staccio. Gesto felino esibito in casa, pezzo sfacciato da proporre in trasferta. Anche la più calda. Non è che a Marco fregasse poi così molto del clima (eufemismo). Da Tonio de Ragno il mercoledì ok, ma atleti. Staccio lo è stato per davvero. Prima che allenatore, preparatore atletico. Ovviamente, sulle orme di Angiolino Zurli, professore di educazione fisica come lui. Come Guido Lamponi che ha insegnato a generazioni di ragazzini il minibasket con un tatto unico, come Giuliano Betti, come Silvano Palazzetti, come Fabrizio Conti. Ci fermiamo.
Staccio ha ottenuto tanto, proprio con i giovani: quasi trenta titoli dagli juniores agli Allievi. Nel 1994-95 ha trionfato nella finale nazionale del Trofeo Pentassuglia riservato agli Juniores, un risultato memorabile per la Fratta. Per due stagioni è stato coach in A2 femminile. Ha fatto anche l'Africano: ha allenato in Camerun nel 2011; ma soprattutto ha fatto della pallacanestro la sua vita. A metà degli anni Ottanta Staccini lavora con la prima squadra e con tutte le compagini giovanili del Fratta. Particolare: alle 8,30 è a Roma, a scuola, dove gli hanno assegnato la cattedra. Alle 15 eccolo in palestra, a Umbertide.
Appassionato. Bionico. Sennò che Staccio sarebbe.
29/9/24