history and memory
La famiglia Rometti
(A cura di Fabio Mariotti)
(A cura di Fabio Mariotti)
La storia della ceramica umbertidese coincide in buona parte con quella di una famiglia, i Rometti, che pur non vantando tradizioni nell’arte ceramica (prerogativa spettante alla secolare dinastia dei Martinelli con laboratorio nei pressi di Santa Maria e bottega in via Grilli), legò indissolubilmente il suo nome a questa attività. Dopo la prima metà dell’Ottocento, capostipite della famiglia era Angelo, (detto Bucitino) pizzicagnolo con bottega in via Cibo che dalla moglie Rosa Bebi ebbe ben undici figli e cioè: Ersilia, Barbato, Bruna, Settimio, Mameli, Tarquinia, Clotide, Spartaco, Stamura, Ersilia e Paolo.


Nomi che in gran parte evidenziavano l’amor patrio e il sentimento repubblicano della famiglia che continuò la tradizione con i figli di Paolo ai quali vennero dati i nomi di Mentana, Coriolano, Aspromonte e Fantina. Fu nel 1927 che Settimio, già Sindaco socialista di Umbertide dal 1920 al 1921, inaugurò un laboratorio di ceramiche assieme al nipote Aspromonte, detto Riego, al quale si aggiunse, un anno dopo, l’altro nipote Dante, figlio della sorella Stamura, ancora fresco di studi, dopo aver frequentato, nella capitale, l’Accademia di Belle Arti. Settimio Rometti, invece, aveva frequentato la Scuola Tecnica Comunale dove si era distinto, per la particolare attitudine al disegno. Anni più tardi iniziò a collaborare con la Fornace Pasquali che produceva maioliche artistiche e mattonelle in ceramica diventando poi insegnante tecnico della Scuola d’Arte applicata, aperta all’interno dell’azienda. La Fornace Pasquali, che firmava i suoi prodotti con il marchio “La Frattigiana” fu chiusa per problemi economici e Settimio che nel frattempo aveva acquisito una vasta esperienza nel campo, decise di proseguire nel lavoro di ceramista aprendo, in via provvisoria, un laboratorio in una traversa, appena tracciata, di via Roma (quella che poi diventò via XX settembre), passando più tardi alla palazzina in mattoni costruita a metà della via.

Il laboratorio iniziò a produrre ceramiche con il marchio “Ars Umbra”, adottando poi il nome di “Ceramiche Rometti - Umbertide” in prospettiva di un ampliamento dell’attività che coincise con l’assunzione di due giovani e promettenti artisti amici del nipote Dante, Corrado Cagli e Mario di Giacomo che avevano frequentato, assieme a lui, l’Accademia di Belle Arti di Roma. Grazie al loro apporto iniziò per la Rometti una fase di particolare fervore con la produzione di ceramiche che esprimevano allo stesso tempo sperimentazione e creatività, oltre a quello spirito innovativo e all’ottimismo che, a quel tempo, pervadeva non solo l’arte, ma anche la vita comune.

Un momento particolare che contrassegnò il futuro artistico dell’azienda e fu suggellato da un altro importante evento e cioè la creazione di uno smalto particolare con suggestivi riflessi metallici, il nero-fratta, che grazie alla sua formulazione esclusiva (e le testimonianze garantiscono in gran parte casuale) fu utilizzato da Cagli e Di Giacomo per realizzare opere uniche ed irripetibili. Di pari passo la produzione dell’azienda ceramica umbertidese, grazie alla direzione artistica dei Rometti e di Dante Baldelli, seguì un percorso parallelo, proponendo oggetti contrassegnati da una ricerca stilistica orientata verso il decò ed il design futurista, ottenendo un notevole successo commerciale ed i primi meritati riconoscimenti. A questa fase di crescita e di risultati esaltanti, seguì un periodo di flessione con vicissitudini interne all’azienda che portarono alla costituzione della S.A.C.U. ed alla scomparsa del nome Rometti dal marchio. La decisione dei nuovi soci provocò l’abbandono da parte di Settimio, seguito da quello dei nipoti portando l’azienda verso il crollo, conseguenza anche dell’inizio della seconda guerra mondiale. La società, tornata anni dopo sotto la guida di Settimio, venne poi ricostituita con il nome di Ceramiche Rometti, che conserva ancora a ricordo di questa famiglia, protagonista di un momento importante della vita della nostra città.

Settimio Rometti si ritira dalla scena nel 1962, lasciando l'azienda al socio Pietro Finocchi che aveva seguito le vicende della ditta sin dal 1934 ed era entrato a far parte della società - dal 1959 Società in Nome Collettivo - insieme a Manlio Banelli (scomparso proprio nel 1962).
Possiamo fissare, quindi, agli albori degli anni sessanta l'epilogo del periodo storico della manifattura Rometti, un progetto dirompente che tendeva a formare il gusto, piuttosto che a seguirlo, ma anche un esempio affascinante di micro-storia che coinvolge i1 piccolo centro di Umbertide in una grande esperienza creativa.
Negli anni sessanta è finito il periodo storico delle Ceramiche Rometti che comunque hanno continuato la loro attività orientandosi verso una produzione più commerciale e meno artistica. A Pietro Finocchi è subentrato Dino Finocchi che ha portato avanti l’attività con grande impegno attraversando anche fasi difficili legate alla crisi del mercato di riferimento.
Con l’arrivo di Massimo Monini, mecenate e imprenditore dell’arte, e Jean-Christophe Clair, poliedrico e visionario direttore artistico, la Rometti inizia nel 2012 una nuova e prospera fase, tuttora in corso.
Alle Ceramiche Rometti l’arte è di casa
Elemento caratterizzante della produzione delle Ceramiche Rometti, è stata da sempre la presenza essenziale di artisti di vaglio che, lavorando a fianco dei fondatori e dei collaboratori dell’azienda, ne hanno contrassegnato il percorso stilistico ed il successo commerciale. Cagli, Di Giacomo, Baldelli e Leoncillo sono tra le figure eminenti che hanno lasciato la loro impronta nella ceramica umbertidese ed è a loro che dedichiamo questi brevi appunti.
Corrado Cagli nato ad Ancona nel 1910, entrò a far parte delle Ceramiche Rometti ancora diciottenne, rispondendo all’invito di Dante Baldelli assieme al quale aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma. Rivelò da subito doti indiscusse, applicandosi all’arte ceramica con l’entusiasmo che profuse poi in altre forme artistiche, passando indifferentemente dal disegno, alla scultura, ed alla pittura, manifestando lo stesso zelo e gli stessi eccellenti risultati; come nell’affresco de “La battaglia del grano” eseguito nello stesso periodo ad Umbertide per conto della famiglia Mavarelli-Reggiani. Assunto l’arduo compito della direzione artistica della Rometti, Cagli sfruttò a fondo le potenzialità della ceramica lasciando una traccia indelebile della sua presenza, con opere come il Santone e l’ Icaro dipinti in Nero Fratta e nella produzione di vasi e piatti, proponendo decorazioni del tutto inedite ed ispirate alle dinamiche futuriste. Corrado Cagli concluse la sua esperienza all’interno della Rometti a metà degli anni Trenta, lasciando un’impronta che avrebbe contrassegnato a lungo le scelte stilistiche dell’azienda.

Mario Di Giacomo Più breve, ma non meno significativo, fu il periodo di collaborazione di questo artista con la Rometti, dopo il suo arrivo ad Umbertide assieme a Cagli. Di Giacomo, che era nato a Venezia nel 1908 e proveniva anche lui dall’Accademia di Belle Arti, era soprattutto un abile scultore ed è attraverso opere come la Salomè e Dolore, realizzate anche queste in Nero Fratta negli anni 1930-1931, che mostra le sue grandi capacità espressive che contribuiranno anch’esse all’evoluzione stilistica della ceramica umbertidese.

Dante Baldelli Direttore artistico della Rometti, nipote di Settimio e cugino di Aspromonte (Riego), fondatori dell’azienda, è stato un personaggio eclettico che ha sviluppato le sue potenzialità artistiche non solo nella ceramica, ma anche nella pittura e nella grafica. Il suo lavoro di ricerca lo portò a discostarsi dallo stile delle ceramiche tradizionali, ed ha proporre soluzioni ardite e stilizzazioni di segno futurista, che conferirono alla Rometti peculiarità esclusive. Lavorò per l’azienda fino agli inizi degli anni Quaranta, non tralasciando mai di proseguire nella ricerca individuale, affinando le sue capacità in realizzazioni plastiche e mantenendo sempre alto il livello della produzione aziendale.

Leoncillo, considerato uno dei maggiori artisti umbri del Novecento, Leoncillo Leonardi, nato a Spoleto nel 1915, si trasferì ad Umbertide dopo il matrimonio e divenne assiduo frequentatore delle Ceramiche Rometti, che si misero a sua disposizione per consentirgli di realizzare alcune delle importanti opere che segnarono il suo esordio artistico. Tra queste Le Quattro Stagioni, l’Arpia, la Sirena, l’Ermafrodita ed una curiosa rivisitazione di un Servizio da caffè del 1946 che ripropone, in maniera assolutamente originale, uno dei tanti prodotti proposti dai cataloghi Rometti del tempo.
Questi alcuni dei personaggi che hanno contrassegnato, con la loro presenza, l’attività delle Ceramiche Rometti; un’azienda che ha sempre intessuto un rapporto intenso con il mondo dell’arte, ricavandone notevoli benefici e ricambiandoli con l’impegno e le capacità professionali profusi, nel loro lavoro, dai titolari dell’azienda e delle maestranze.

Il testo ed alcune immagini sono stati tratti dal Calendario di Umbertide realizzato da Adriano Bottaccioli, edizione dell’anno 2015
Qui di seguito, alcuni documenti relativi ad informative di pubblica sicurezza su alcuni membri della famiglia Rometti durante il periodo fascista conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato e pubblicati in occasione della mostra “ROMETTI meraviglie della ceramica e storie familiari nelle carte dell’Archivio Centrale dello Stato” che si è svolta a Roma, presso la sede dell’Archivio, dal 24 ottobre al 24 novembre 2007.







18/07/25




