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La storia di Gerdol Giovanni

di Massimo Pascolini

Ebreo internato ad Umbertide dal 1 settembre 1942 al 18 ottobre 1943


Nasce a Trieste il 5 giugno 1896, figlio di fu Giovanni e Gregorio Maria di nazionalità jugoslava, insegnante. Risulta sposato con Kosovel Milka.

Il 6 febbraio 1942 viene arrestato perché segnalato animato da forte senso di anti italianismo e filo bolscevico. L’alto commissario per la Provincia di Lubiana scrive al Ministro dell’Interno comunicando le generalità dell’arrestato. “Di origine italiane, espatriò nella Jugoslavia nel 1933, andando ad abitare a Begunie e successivamente a Beuke, maestro elementare. Risulta appartenere al partito nazionale sloveno, iscritto al Sokol, (movimento serbo di resistenza). Collabora con un giornale politico di Maribol, su cui scrive articoli a sfondo socialista. Dopo l’occupazione italiana della Slovenia, il Gerdol, come direttore scolastico di Beuke, non iscriveva gli alunni alle organizzazioni giovanili fasciste e per questo venne diffidato dal comitato del P.N.F.. Viene considerato socialmente pericoloso, capace di atti terroristici per cui si richiede l’internamento in un campo di concentramento”.

Il 28 maggio 1942 viene così spedito presso le carceri di Castelfranco Emilia, (BO). Il 12 giugno 1942 la direzione del carcere scrive al Ministero dell’Interno, dichiarando che il carcere è

troppo affollato e necessita quindi che alcuni detenuti vengano inviati presso altre strutture. Suggerisce di trasferire il Gerdol presso il il campo di prigionia di Manfredonia (FG), inoltre,

dato che l’internato versa in condizioni economiche disagiate e non è quindi in grado di provvedere personalmente al proprio sostentamento, di affidarlo all’arma locale che verrà incaricata

del trasferimento.

Il 1° luglio 1942 il direttore del Campo di concentramento scrive al Questore di Foggia per comunicare che il Gerdol ha fatto domanda per essere trasferito in un Comune d’internamento

per poter avere la possibilità di dedicarsi ai propri studi di Pedagogia Italiana, essendo lui maestro elementare.

Il 1° settembre 1942 accompagnato da un agente di P. S. arriva ad Umbertide e si presenta al Podestà per la firma del verbale. Gli viene concesso un sussidio giornaliero (non viene specificata

la somma) oltre ad una indennità di Lire 50 mensili per l’alloggio.

Ad Umbertide trova alloggio a pensione completa presso la famiglia di Bruschi Domenico in via Cibo.




Il 23 ottobre riceva una lettera da parte della figlia (Jankiza) da Bevke. Nella lettera, la figlia, oltre a comunicare al padre la tristezza per la sua mancanza, racconta della vita del piccolo paese, di come procede la raccolta di frutta, e verdura. Comunica che non frequenta la scuola causa la mancanza di visti per potersi muovere e che sta prendendo lezioni di cucito da una vicina di casa. Parla della necessità di procedere alla riparazione di cancelli e di pergole, ma si augura che questi lavori possano essere fatti dal padre appena torna.

L’internato, riceve alcuni vaglia postali da parte di familiari dalla Slovenia per un importo di Lire 600. Il 17 gennaio 1943, il Gerdol scrive al Questore di Perugia comunicando le proprie condizioni economiche disagiate e che ha problemi di salute, chiede pertanto che possa essere raggiunto

ad Umbertide dalla propria moglie. Il nulla osta viene concesso, ma solo per un periodo di otto giorni. La moglie arriva il 24 febbraio 1943 e riparte l’8 marzo 1943.

Il 18 ottobre 1943 un telegramma del comando dei Carabinieri di Umbertide comunica al Questore che il Gerdol si è reso irreperibile e si sospetta che voglia raggiungere la propria famiglia residente a Lubiana


BIBLIOGRAFIA:

- Archivio Storico del Comune di Umbertide;

- Luciana Brunelli, Ebrei Internati, La provincia di Perugia dal 1940 al 1944;

- Archivio di Stato di Perugia, Questura, Internati.



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