La Morra

(A cura di Sergio Magrini Alunno)

GIOCARE A MORRA
Bastano le dita di una mano per giocare e forse per questo era facile organizzare una partita a morra davanti a un’osteria o in occasione di una festa paesana. Il tono di voce molto alto, spesso urlato, e l’atteggiamento fintamente aggressivo facevano parte della “coreografia”. Era infatti raro vedere i contendenti giocare da soli c’era sempre un campanello di persone attorno.

La morra è un gioco molto antico già in uso tra gli antichi Romani e, secondo alcune raffigurazioni funerarie, risalirebbe addirittura agli Egizi. Nella prima metà del ‘900 era praticato in tutte le regioni d’Italia ed ha avuto una grande diffusione anche tra i soldati specialmente nelle trincee della prima guerra mondiale.
Il gioco era tipico delle osterie e di solito si giocavano da bere, nella nostra provincia,in particolare nelle zone rurali, era diffusissimo. Ufficialmente è considerato un gioco d’azzardo e il divieto di giocare a morra nei luoghi pubblici è ancora in vigore (art.718 e 722 del codice penale).

Il gioco si svolge sempre tra due persone che, però, possono essere appartenenti a due squadre. Con il braccio sinistro dietro la schiena i due giocatori abbassano simultaneamente il pugno della mano destra distendendo rapidamente una o più dita e gridando un numero da due a dieci. Vince chi indovina la somma risultante dalle dita “aperte”, se indovinano entrambi la giocata è nulla. Se uno dei due non apre le dita, il pugno chiuso vale uno, gridare “tutta” vale dieci.

Durante la “Fratta nell’800” il gioco viene rievocato con una “sfida” fra le taverne: https://www.youtube.com/watch?v=g8XedZi6LXQ


Si ringraziano le Associazioni delle Taverne della "Fratta dell’Ottocento"

Filmato e foto di Sergio Magrini Alunno