history and memory
La Fratta di Ortelius
La Fratta di Ortelius dal 1570 al 1603
Fratta nelle carte dell’Ortelio
“Practa”, “Frana", “Frata” o “Fratta” ? Nelle grandi mappe del XVI secolo la nostra città venne indicata in diverse maniere. La nascita di una cartografia scientifica e di un mercato delle rappresentazioni cartografiche cambiò l’approccio alla realizzazione di carte che divennero prodotti, sempre più omogenei e standardizzati, oltre a considerare aree più vaste, che fecero mancare inizialmente la possibilità di controllo delle informazioni riportate su carta.
Immagine mixata delle carte dell' Ortelio indicate nell'articolo
Il contesto delle conoscenze geografiche
Il XVI secolo portò la trasformazione dell’essenza del fare mappe e carte geografiche, sul finire del secolo fu chiaro che la cartografia poteva raggiungere un vasto mercato di compratori, aspetto che si concretizzò nel 1600. Si pensi che “Nel 1500 erano in circolazione Europa circa sessantamila mappe stampate. Nel 1600 il loro numero era salito alla cifra impressionante di 1,3 milioni” come riporta J. Brotton in “La storia del mondo in dodici mappe”. Questo evento fu di natura internazionale e riguardò anche la rappresentazione cartografica della nostra penisola. Presero piede così mappe sempre più integrate in piccola scala e in scenari mondiali e nacquero i primi tentativi di produrre prodotti commerciali del mondo intero, non solo i “mappamondi”, ma soprattutto gli “Atlanti”.
Così anche la cittadina di Fratta cominciò ad essere riportato in questi primi Atlanti del mondo intero. I cartografi, stampatori ed incisori olandesi si sostituirono alla “scuola” spagnola e a quella portoghese, legate ad esigenze di conquista e commercio, che non avevano saputo cogliere la valenza di prodotto appetibile da uomini di cultura, viaggiatori e persone agiate che desideravano simili rappresentazioni del mondo.
Ortelio, nato a di Anversa nel 1527, e lì morto nel 1598, diede vita ad una serie di famosi “atlanti” a partire dal 1570 che continuarono ad essere stampati anche dopo la sua morte.
In questi “atlanti” l’esigenza generale di descrivere il mondo era diventata dominante dopo le grandi scoperte geografiche, iniziate con il commercio e circumnavigazione dell’Africa e la scoperta del “nuovo mondo”. Si utilizzavano però i documenti del tempo spesso senza una revisione approfondita. Ci volle del tempo, ad esempio, per riportare correttamente i toponimi meno importanti. Accuratezza che nella nostra zona avvenne grazie al lavoro di Ignazio Danti a fine secolo, sia per i confini che per l’idrografia, mentre per l’Italia intera avvenne soprattutto grazie ai lavori del Magini, ad inizio XVII secolo. Sicuramente la conoscenza diretta del territorio di Fratta che ebbe il Piccolpasso che qui soggiornò, e quella di Ignazio Danti, conoscenza che ebbe supponiamo diretta e sicuramente ottenuta grazie al padre che lavorò nella “fabbrica” della Collegiata, si perde con i lavori successivi dei grandi stampatori olandesi. Fratta così vedrà il suo nome, quasi sempre presente in questi costosi prodotti a stampa, ma distorto.
Il primo Atlante con “Frata” e “Practa”
Orlelius, poi Ortelio, è la forma umanistica del nome del cartografo e geografo fiammingo A. Oertel . Il suo “Theatrum Orbis Terrarum” è considerato il primo vero atlante moderno. Ortelius lo revisionò con regolarità, espandendo l’atlante e ripubblicandolo in diversi formati fino alla sua morte avvenuta nel 1598; diede vita così ad un atlante moderno che già nel 1570 contava 70 carte (su 53 fogli) incise su rame da Francesco Hogenberg.
Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM - MDLXX (1570): “Italia Novissima descriptio auctore Jacopo Castaldo Pedemontano” . Fratta nominata come “Frata” (foglio 32) p.33-34.
In esso sono eliminate le carte tolemaiche e incluse soltanto carte di autori contemporanei, dei quali è quasi sempre indicato il nome su ciascuna carta. A differenza delle raccolte italiane precedenti e contemporanee, però, le carte sono ridotte tutte a formato uniforme e organicamente coordinate, determinandone il successo.
Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM - MDLXX (1570): “Italia Novissima descriptio auctore Jacopo Castaldo Pedemontano” . Particolare di Fratta nominata come “Frata” (foglio 32) p.33-34.
Ortelius pubblicherà una edizione del “THEATRUM ORBIS TERRARUM” nel MDLXX, Incisione in rame incise da Francesco Hogenberg, senza però una specifica carta del territorio di Perugia. Nel 1570 presenta comunque due rappresentazioni cartografiche con toponimi diversi di Fratta, segno del minor interesse militare-amministrativo ai territori riprodotti: nella mappa generale d’Italia di Pedemontano, la nostra cittadina è riportata come “Frata”, senza attenzione all'idrografia e senza la rappresentazione del suo ponte
Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM -- MDLXX (1570): “Italia Novissima descriptio auctore Jacopo Castaldo Pedemontano” . Particolare di Fratta nominata nella TUSCIA del Bellarmato (foglio 37) il toponimo "Practa."
Mentre nella mappa dello stesso Atlante riproducente la “THVSCIAE” (tav. 37) , realizzata da Hyeronymo Bellarmato, ovvero la “Tuscia” dal confine ligure ad Ostia, Fratta viene rappresenta alla confluenza con il “Nerone fl.”, evidentemente il fiume Niccone, come “Practa”, spostata un po’ più a nord e senza la rappresentazione del ponte. Sarà solo successivamente con l’inclusione dell’accurata mappa di Ignazio Danti ai primi del 1600 che l’Ortelio migliorerà la descrizione del Perugino e fisserà la dizione di “Fratta”.
Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM -- MDLXX (1570): “Italia Novissima descriptio auctore Jacopo Castaldo Pedemontano” . Particolare di Fratta nominata nella TUSCIA del Bellarmato (foglio 37) il toponimo "Practa."
L’Atlante tascabile con “Frana”
Ancora sul finire del secolo, precisamente nel 1593, in una particolare edizione portabile del “Theatro d'Abrahamo Ortelio”. La nostra città viene riportata ma con dicitura di nuovo errata, questa volta con l’inedito toponimo di “Frana”. Questo toponimo appare nel “Theatro d'Abrahamo Ortelio. Ridotto in forma piccola, augumentato di molte carte nuoue nelle quali sono breuemente descritti tutti li paesi al presente conosciuti” , tradotto in lingua italiana da Giouanni Paulet e stampato ad Anversa. L’Atlante è contenuto in una scatola di velluto verde di circa 30 cm donata da Margaret Cosgrave Sowers alla Stanford Libraries nel XX secolo; all’interno vi è un Atlante da viaggio di 12 x15 cm.
Ortelio Frontespixio del "Theatro d'Abrahamo Ortelio" tascabile del 1593: Ortelius, Abraham, and Giovanni Paulet. 1593. Theatro d'Abrahamo Ortelio. In Anuersa: Nella stamparia Plantiniana, A spese di Philippo Gallo:
A pagina n. 72 dell’Atlante è rappresentato il “Territorio di Perugia”: sebbene si tratti di una rappresentazione di piccole dimensioni e a grande scala, vi sono riportate le indicazioni cartografiche per l’orientamento di “Septentrio”, “Oriens”, Meridies” e “Occidens”, assieme alla scala in miglia italiane utilizzata. Possiamo notare che Ortelio, parliamo di lui visto che non vengono citati altri cartografi dai quali l’autore aveva “attinto”, indicazione vche sarà, invece, sempre riportata negli atlanti successivi, posta una particolare attenzione all’idrografia, sebbene essenziale del Territorio. Ci viene pensato che questo aspetto era essenziale per un prodotto, un Atlante portatile, rivolto soprattutto per essere utilizzato in viaggi; idrografia “accurata” visibile, per la nostra zona, nella confluenza tra “Nicone” e “Tevere” appena a monte di “Frana”. Non più solo toponimo ma rappresentata ben visibile con il suo ponte che permette il passaggio da una sponda all’altra del fiume Tevere. Una infrastruttura essenziale da conoscere per un viaggiatore o che aspirava ad essere tale.
Ortelio mappa con "Frana" del "Theatro d'Abrahamo Ortelio" tascabile del 1593: Ortelius, Abraham, and Giovanni Paulet. 1593. Theatro d'Abrahamo Ortelio. In Anuersa: Nella stamparia Plantiniana, A spese di Philippo Gallo:
Sarà solo a partire 1601 che la carta “Perusini agri; exactissima novissimaque descriptio: auctore Egnatio Dante” del 1584 fu inserita nelle edizioni dell’Ortelio, sebbene senza annotazioni antropiche al contrario di quella realizzata dal Danti nel 1577 (la “Carta corografica di Perugia “) dove era visibile anche la chiesa della “Collegiata” arrivata all’ultimo anello prima della copertura (https://www.umbertidestoria.net/cartografia/la-fratta-di-ignazio-danti-). Con questa inclusione nell’Atlante dell’Ortelio la descrizione del territorio perugino, e con esso di Fratta, cominciò ad essere conosciuta in maniera notevolmente più estesa. Carta comunque molto più accurata delle precedenti rappresentazioni nelle edizioni dell’Ortelio che direttamente o indirettamente riportarono il territorio tra Perugia, lo Stato di Toscana e di Urbino. (Mappa 111. Perusini agri; exactissima nouissimaque descriptio / auctore Egnatio Dante). Anche Iodoco Del Badia, che condusse accurati studi sul Danti, afferma che <<Abramo Ortelio nella sua grande opera “Teatro Orbis Terrarium”, edizione da Anversa del 1601, inserì le carte dei territori di Perugia ed Orvieto fatte dal Danti: quest’ultimo aveva pubblicato il Roma nel 1583 >>.
Qua invece può essere visualizzata direttamente una edizione del 1603 (anno MDCIII “Ortelius, Abraham, 1527-1598. Theatrum orbis terrarum” ) con più di 700 pagine e con lato alto 47 cm (online appare essere la pagina n. 386 di 728) dove si vede la carta del Danti del 1583 integrata nell’Atlante dell’Ortelio:
“Perusini agri; exactissima novissimaque descriptio: auctore Egnatio Dante” in Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM del 1603 sul sito della Stanford University.
Così con il proseguo delle stampe del “Theatrum orbis terrarum”, anche dopo la morte di Ortelio, si torna ad essere “Fratta”. Città ora rappresentata oltre che con il toponimo corretto anche con la sua idrografia: oltre al fiume Niccone e del fiume Assino, viene rappresentato anche il torrente Reggia. L’analisi accurata di questa carta del Danti del 1583, invece, è già stata trattata e pubblicata in precedenza a a questo link: https://www.umbertidestoria.net/cartografia/la-fratta-di-ignazio-danti-
Fonti:
“La storia del mondo in dodici mappe” di Jerry Brotton , traduzione di Virginio B. Sala, Feltrinelli 2013.
Link a I. Danti "Carta Corografica di Perugia" del 1577:
Carta corografica di Perugia del 1577, di Ignazio Danti, incisa da Mario Cartaro a Roma nel 1580 da Source gallica.bnf.fr / Bibliothèque nationale de France . Visibile al link: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b550000622/f
Links a I. Danti "Perusini agri" del 1584:
“Perusini agri; exactissima novissimaque descriptio: auctore Egnatio Dante” di Ignazio Danti (stampa 1584) i particolari riportati nell’articolo sono ripresi da questa mappa : https://texashistory.unt.edu/ark:/67531/metapth187370/m1/1/
“Perusini agri; exactissima novissimaque descriptio: auctore Egnatio Dante” di Ignazio Danti (stampa 1584) con indicato più chiaramente facendo parte dell’Atlante dell’Ortelio del 1584: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53042173r/f1.item
Links ad opere Ortelius
Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM 1570
Ortelius senza Perugia THEATRUM ORBIS TERRARUM edizione del MDLXX (1570): “Italia Novissima descriptio auctore Jacopo Castaldo Pedemontano” . Fratta nominata come “Frata” (foglio 32) p.33-34 e nella TUSCIA del Bellarmato (foglio 37) il toponimo "Practa.":
https://ia600300.us.archive.org/14/items/theatrumorbister00orte/theatrumorbister00orte.pdf
Ortelio "Theatro d'Abrahamo Ortelio" tascabile del 1593
“Perusini agri; exactissima novissimaque descriptio: auctore Egnatio Dante” in Ortelio THEATRUM ORBIS TERRARUM del 1603:
https://purl.stanford.edu/mp684yf2282