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La lettera di Mazzini del 1868

La lettera di Mazzini del 1868 della famiglia Beatini

La lettera di Mazzini del 1868, Costantino Beatini e il contesto generale

(A cura di Francesco Deplanu)

Anna e Laura Beatini di Umbertide sono in possesso di una missiva a firma autografa di Giuseppe Mazzini, datata 1868, relativa alla AUR (Alleanza Universale Repubblicana). La lettera misura 20x10 cm circa ed è divisa in quattro riquadri, con carta leggera, si nota una filigrana in alto a sinistra. La missiva è conservata da quattro generazioni.

Il loro bisnonno, Costantino Beatini, faceva parte di quel gruppo di repubblicani di Umbertide che nella seconda metà del secolo si trovano “sconfitti” sull’idea di unità d’Italia, ma anche in un contesto di “dialogo“ dovuto allo scenario mondiale con i cosiddetti “internazionalisti”, ossia coloro che si rifanno gli ideali della prima Internazionale. Anche negli incontri della prima Internazionale, infatti, si cercava da parte italiana di far valere gli ideali mazziniani. Ideali che verranno sconfitti dalla capacità persuasiva di Marx ed Engels e che lo spingeranno ad allontanarsi dall’Internazionale e a costituire l’Alleanza Universale Repubblicana in Lugano nel 1865. Una alleanza che andasse al di là dello scenario nazionale. Aspetto principale delle tesi mazziniane rispetto al “socialismo scientifico” è proprio quello, che vedremo nella lettera, della negazione della “lotta di classe”; posizione che lo metterà in completa opposizione alle tesi marxiane. Facciamo presente questo quadro internazionale, per far capire la fluidità di rapporti tra mondo “repubblicano “ e di “sinistra”, indicando con esso socialisti, anarchici e poi comunisti, che avvenne nel nostro Paese. Questo quadro generale ci appare necessario per capire la genesi dell’ AUR (Alleanza Universale Repubblicana in Lugano) e perché troviamo ad Umbertide un Costantino Beatini già “attenzionato” dalla polizia regia perché destinatario di plichi inneggianti alla rivolta e ai cambiamenti sociali di stampo internazionalista. Plichi che che arrivavano nel 1875 da Firenze, dal Gambi, via Città di Castello, attraverso la diligenza. Pochi anni dopo, nel 1878 ritroviamo un Costantino Beatini come primo imputato nel processo a un gruppo di giovani umbertidesi che a teatro aveva gridato la propria fede repubblicana, disturbando a lungo la rappresentazione.

Ugo Bistoni della sua ponderosa opera sulle “Origini del movimento operaio del perugino”, attingendo agli atti del processo dell’Archivio di Stato, ci riporta che, in base al rapporto del sindaco al pretore di Umbertide <<un gruppo di giovani si pose a gridare “viva la rivoluzione, viva la Repubblica, morte ai preti e al Re, abbasso le pagnotte”, intendendo con quest’ultimo “abbasso”protestare contro la elargizione di pane “distribuito ai poveri del paese in commemorazione della morte del re”.>> Le grida, secondo il Sindaco del tempo, si protrassero per oltre 10 minuti e <<non furono né impedite né represse per parte dell’autorità di P. S. (pubblica sicurezza n.d.r.) che pure ivi si trovava presente”. >>. Successivamente nel verbale, anche esso proveniente dal “fondo processi” dell’Archivio di Stato di Perugia, relativo al procedimento penale contro Costantino, i carabinieri accusarono <<Beatini Costantino di anni 25, Bucci Torquato gli anni 25, Bucci Orante di anni 20, Boldrini Fabrizio di anni 22, Eustacchi Ulisse di anni 20, Latterini Reginico di anni 30, Sarti Giuseppe di anni 30, Carini Felice di anni 25, Fornaci Ferdinando di anni 25, Goracci Vittorio di anni 18, Fornaci Vincenzo di anni 35, Benedetti Edoardo di anni e 30.>>. Quasi tutti di fede repubblicana, come confermò durante l’interrogatorio il ventenne Bucci Orante. Orante però escluse dalla sua solidarietà, ovvero non riconobbe come aventi fede repubblicana, Latterini Reginico, Fiorucci Vincenzo, Fornaci Ferdinando. In data 5 aprile 1878, comunque, il Procuratore del Re dichiarò “non farsi luogo a procedere“ per tutti gli imputati.

Sicuramente la fede mazziniana Costantino la trasmise al figlio Antonio che nacque l’anno seguente, nel 1879. Con la fede repubblicana passò anche la lettera di Mazzini del 1868 di nostro interesse, lasciata poi al nipote di Costantino, Lamberto, nato nel 1924, e poi alle sue figlie, Anna e Laura che oggi ce la rendono disponibile alla divulgazione.
Antonio portava solitamente il fiocco nero, un fiocco Lavallierè, al posto delle cravatte del tempo, come era in uso tra i repubblicani per testimoniare la sua posizione politica. Antonio fu anche sostenitore dell'entrata in guerra contro l'Impero austriaco nel 1915, praticamente come “quarta guerra di indipendenza”. Lo storico tifernate Alvaro Tacchini riporta che Antonio Beatini scrisse sul "Il Popolo: organo dei repubblicani umbro-sabini" il 6 febbraio di quell'anno che era necessario andare in guerra contro l'Austria “non per mania guerrafondaia, ma per la tutela dei diritti ed interessi della patria nostra, sempre da essa manomessi ed oltraggiati”. Il giornale portava avanti gli ideali mazziniani, nacque come giornale di partito volto ad aggregare ed informare gli iscritti e simpatizzanti. Fu sospeso per due mesi nel 1915 a causa della chiamata alle armi di molti collaboratori, fu chiuso poi nel 1922 con l'arrivo del fascismo. Antonio così partì per la “grande guerra” come ufficiale nonostante i suoi 5 figli. La lettera passò poi a Lamberto, il settimo figlio avuto da una seconda moglie, che crebbe con diversi ideali ma con la stessa serietà ed idealità. 
Nella sua scrivania teneva tra le altre cose questi documenti del padre Antonio, oltre alla lettera di Giuseppe Mazzini anche una foto autografa in cartoncino, formato “Cabinet” 8x5 cm circa, sempre di Mazzini. Foto dove lui, da bambino, aveva scritto nella parte superiore il suo nome; questo nel periodo in cui aveva seguito assieme alla famiglia il padre a Cantiano, quando il padre svolgeva lì il ruolo di capostazione.

Il contesto politico locale mazziniano

Il nonno Costantino era dei giovani di fede repubblicana che cercavano di contrastare la monarchia ad Umbertide. Esisteva un circolo dedicato a Mazzini già nel 1860, poi con Leopoldo Grilli, si formò il circolo repubblicano "Pensiero ed azione”.
In data posteriore al 1860 si formò ad Umbertide il “circolo Mazzini” che nella forma era un circolo culturale è ovvio però che al proprio interno partecipassero le persone di orientamento repubblicano, come sottolineano il professor Sciurpa e Renato Codovini nella loro opera su “Umbertide nel secolo XIX”: “conosciamo poco della sua attività è molto più invece, di una discriminazione, da parte della maggioranza consiliare del tempo di cui fu vittima.” Gli autori fanno riferimento infatti a un rifiuto alla richiesta di utilizzo della Sala Consigliare che il “Circolo Mazzini” aveva chiesto nel 1877. L’onorevole Scagnetti Raffaele, repubblicano, nella seduta del Consiglio Comunale del 9 luglio cercò di difendere questa richiesta ed ottenne una risposta solo il 2 settembre nella seduta successiva. Gli autori riportano che in quella seduta Giunio Guardabassi, il sostituto del sindaco che al momento non era in carica perché dimissionario, spiegò i motivi del rifiuto “quello a cui tende il Circolo Mazzini può essere ottimo, degno di ogni elogio, vantaggiosissimo iper l popolo specialmente per la classe operaia, ma nessuno potrà negare che sotto gli auspici di quel gran nome non si diffonda l’istruzione commista all’educazione politica, donde la convenienza del dovere della rappresentanza comunale rimanere estranea a simili istituzioni”. La richiesta fu messa ai voti con i voti contrari di tutti i consiglieri tranne di Scagnetti.

In un contesto di isolamento degli appartenenti al sentimento repubblicano dominato nella rappresentanza politica da un sistema agrario, liberale e monarchico, si formò anche il Circolo repubblicano di “Pensiero ed azione”. Per delineare la figura di Grilli, facciamo riferimento alla ricerca storica effettuata da Amedeo Massetti, già pubblicata nel sito di www.umbertidestoria.net: “La fine delle lotte risorgimentali lasciò un segno profondo nella comunità umbertidese. L’unione fraterna, sperimentata nei campi di battaglia, ebbe un seguito nella Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, un’Associazione numerosa e vivace fondata il 17 ottobre 1882. L’articolo 2 dello Statuto ne fissava lo scopo che era quello “della mutua assistenza, dell’istruzione morale e fisica e di ogni altro mezzo che congiuri al benessere della istituzione e delle idee liberali che essa propugna”. Non si trattava di un partito ante litteram, ma di un gruppo solidale, aperto e progressista che contrastava il conservatorismo e le nostalgie del nobilato agrario locale. Il Consiglio Direttivo era costituito, infatti, da elementi liberali e repubblicani di punta quali:

Giuseppe Utili, presidente
Filippo Natali, vice presidente
Aristide Reggiani, consigliere
Eugenio Vincenti, consigliere
Lorenzo Reali, consigliere
Alpinolo Sbarra, consigliere
Angelo Rometti, cassiere
Leopoldo Grilli, segretario.

In particolare il segretario Leopoldo Grilli, cui è stata dedicata una via, fu l’anima instancabile del movimento repubblicano di Umbertide. Era nato il 24 aprile del 1848 a Sigillo e gli ideali di Mazzini ben presto lo affascinarono, tanto che nel 1866 e 1867 si aggregò tra le file garibaldine a Condino e a Mentana. Non figura nella lapide dei novanta poiché in quel periodo era cittadino di Sigillo. Si trasferì ad Umbertide, infatti, nel 1870 e il 21 giugno 1874 si sposò con Francesca Natali. Fu il primo arrabbiato di sinistra in città e venne perseguitato, accusato e costretto a fuggire esule in Svizzera. Assolto dalle accuse mossegli tornò, e venne eletto per numerose legislature in Consiglio Comunale. Erano tempi duri per i repubblicani che venivano in ogni modo osteggiati dalla maggioranza liberale e monarchica che occupava i palazzi del potere e nel caso specifico di Umbertide il Palazzo Comunale.” Massetti mise in evidenza un’altro aspetto della rigorosità e del valore del movimento repubblicano ad Umbertide, sempre riferito a Leopoldo Grilli: “Un episodio è molto eloquente. Il 16 maggio del 1892 Leopoldo Grilli fu proposto come sindaco, ma non accettò l’incarico per non prestare giuramento di fedeltà al Re. Fu sindaco “facente funzione” solo per qualche mese e consegnò a Francesco Mavarelli il testimone ricevuto da Francesco Andreani. Gestiva un bar in via Cibo e morì il 22 settembre 1912.”.

In questo contesto si era sviluppata la rete repubblicana che probabilmente portò la lettera di Mazzini” della “ARU” ad Umbertide, non più Fratta, ma con ferventi sentimenti repubblicani.


La Lettera

Probabilmente la lettera in possesso oggi della famiglia Beatini non è completa, sembra mancare in basso la parte finale, come detto misura 20x10 cm circa ed è divisa in quattro riquadri. Immaginiamo fosse inizialmente un foglio composto da sei riquadri e non quattro come ora. Si pensa che queste lettere per la loro stessa trasmissione e possesso erano pericolose e venivano introdotte ripiegate in più parti e forse cucite all'interno degli abiti. La lettera è del 1868. Dopo le più famose organizzazioni come la "Giovane Italia" e la "Giovane Europa" un Mazzini indomito non riconobbe la monarchia sabauda come legittima. Continuò perciò a professare ed ad organizzare associazioni di "fede repubblicana" come, in questo caso "l'Alleanza Repubblicana Universale" in Lugano. Nel testo si può leggere: “Scopo della Sezione dell’All(eanza ) Rep(ubblicana) Univ(ersale) in Lugano dovrebbe essere: rendere omaggio al principio che esige l’ordinamento politico degli uomini di fede repubblicana, dovunque, pochi o molti, si trovano: organizzano molteplici i mezzi d’introduzione sicura di lettere e altro dal Cantone dell’Italia: aiutare colla quota mensile degli affratellati e colle offerte ottenute per una sola volta, la cassa dell’Alleanza: Cercare di affratellarsi gli italiani, appartenenti a qualunque classe e in generale seguino possibilmente le norme contenute nella circolare dell’ottobre 1865. Giuseppe Mazzini. Nov. 1868".

La foto autografa

La lettera era conservata da Antonio assieme ad un foto, formato “Cabinet”, autografa di Mazzini. La foto proviene dall’Inghilterra: “D. Lama photographer, Z. Osnaburg St.. Regent Park London.”

La scrittura è di difficile interpretazione, ma sembra esserci scritto: "Giovanni Ettore Meri(?)… per ricordo del nostro martire della libertà italiana l'anniversario 10 marzo 1880 dalla sua dipartita Londra 10 marzo 1880 "E: V: (ovvero” era volgare “ n.d.r.). 45 Drompton Square.
Poi si leggono le iniziali dello Scrivente: “S.P.”.

Non sappiamo chi fosse lo scrivente, immaginiamo che il destinatario sia stato Costantino o qualcuno del contesto repubblicano umbertidese. Da allora è stata conservata, assieme alla lettera ed è giunta fino a noi.

La fede repubblicana di Antonio Beatini la ritroviamo manifestata non solo nel secolo XIX secolo, ma la troviamo confermata anche nel XX secolo, quando oramai, dopo la caduta del fascismo, divenne difficile vedere seguaci ed un’organizzazione politica ad Umbertide di questa partito. È così particolare la sua fede repubblicana, infatti, che riemerge in un documento inviato dal CLN di Umbertide alle autorità alleate del 1945. Autorità che devono nominare il sindaco: il CNL locale in una missiva inviò una lista di sette nomi con indicati in ordine di preferenza i candidati al ruolo di sindaco: al quarto posto, dopo Aspromonte Rometti (del PSI ?), Giuseppe Rondoni (del PCI) e Astorre Bellarosa (del PCI), venne indicato, come “di fede mazziniana “ proprio Antonio Beatini. Una fede chiaramente fuori dal tempo che Antonio continuava a portare avanti evidentemente con una dignità che avevano spinto gli altri appartenenti al CLN di Umbertide a proporlo in un contesto politico sociale completamente cambiato. Antonio morì nel 1954 lasciando al figlio, Lamberto Beatini questa lettera con foto autografa.




Fonti Bibliografiche

Ugo Bistoni, “Origini del movimento operaio nel perugino“, Edizioni Guerra, Perugia 1982, p. 213; e poi p. 253, 254, e 295 (la fonte diretta di Bistoni per il processo è l’“Archivio di Stato di Perugia, fondo processi, cartella 292, procedimento penale contro Beatini Costantino e altri.”).

Renato Codovini, Roberto Sciurpa, “Umbertide nel secolo XIX”, Comune di Umbertide, 2002, pp. 336-338

Roberto Sciurpa, “Umbertide nel secolo XX. 1900-1946”, Comune di Umbertide, 2005, pp. 251-253.

Sitografia:

Alvaro Tacchini: http://www.storiatifernate.it/allegati_prod/01-neutralismo.pdf

Amedeo Massetti in https://www.umbertidestoria.net/il-risorgimento-ad-umbertide

- Francesco Deplanu: https://www.umbertidestoria.net/lamberto-e-la-resistenza

Documenti:

- Lettera di Mazzini del 1868 e Foto autografa formato “Cabinet”: Archivio famigliare Fam. Beatini.

Foto di Antonio Beatini: Archivio fotografico famiglia Beatini-Bottaccioli



(Data 30/08/2023 @FrancescoDeplanu)



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