history and memory
La Società Sportiva Vecchio Mercato
Fu fondata ad Umbertide nei primi anni '60 di Guido Lamponi
Fu fondata ad Umbertide nei primi anni '60 di Guido Lamponi
Dedicato a quei giovani della "S.S.V.M." cresciuti giocando liberi e spensierati sotto la Rocca, come i coetanei del "B.C. Fratta" sul campetto delle Garibaldi. Negli anni '60, a Umbertide, l'inizio delle vacanze estive coincideva con l'attesa febbrile del torneo dell'U.S.U., che vedeva sfidarsi le squadre dell'Alta Valle del Tevere.

Tra tutte, una era nel cuore dei ragazzi: la S.S.V.M. - la Società Sportiva Vecchio Mercato, affettuosamente detta "SVAM". Fondata dai ragazzi del '43, come Ivano "Carachi" e Giovanni "Pelo" del '45, la SVAM iniziò presto a distinguersi nei tornei locali. Si unirono altri giovani talentuosi: Venturelli, "la Mencogna", "Pagnotina", Gianfranceschi "Fettina", Finocchi, Pietro Martini, Polenzani "Zani", protagonista a soli 15 anni del torneo "Città di Torino", e molti altri.

Questi ragazzi crescevano su un campo sotto la Rocca, in un terreno bianco di polvere e ricordi. Scalzi, con i calli come suole, rincorrevano un pallone qualunque. Quando arrivava un pallone vero, magari donato da Mario di Gesuè, dirigente appassionato insieme a Sambuchi, era una festa. La fontana sotto la Rocca dissetava le partite interminabili. Un giorno, Carlo il "Brecci", perso nel gioco, fece cadere a terra la mortadella del suo panino. La raccolse, la scrollò e, ridendo, disse: "Quel che n'ammazza n'grassa".

La squadra nacque ufficialmente alla "Piattaforma". I fondatori furono il Brecci, Bruno e Gigi (i "gemelli del Piobbico"), Falcini, Galliano il "Maestro", Severi, Franco "Saccoletta", Giordano "Tazzola", Giacchè (anche segretario), Caprini Giugnino, Pelo. Si autotassarono per comprare la prima divisa, uscita dal maglíficio della Vera, moglie di Montagnini.

Poi arrivò una nuova divisa: verde-oro, come quella del Brasile di Pelé. Indimenticabile il giorno al torneo "Città di Torino", quando, grazie all'avvocato Orioli, dirigente sportivo eccentrico e generoso, fu aperto un magazzino pieno di scarpe da calcio usate. Un miracolo: ognuno tornò a casa con il suo paio. L'avvocato Orioli, in mancanza di giocatori della Tiberis, convocò alcuni della SVAM per una partita a Perugia. Gigi del Piobbico, velocissimo, chiese a Carlo il Brecci di lanciare lungo: azione perfetta, gol! Gigi arrivò a giocare anche a livelli alti: Castello, Gubbio, e una storica amichevole a Coverciano contro la Nazionale di Albertosi, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Boninsegna e Riva. Molti giocatori SVAM militarono nella Tiberis e in altre squadre della zona, distinguendosi per passione e qualità.


L'U.S.U., illuminato e gremito, diventava teatro di spettacolo e sport. Si udivano dialetti di tutta l'Umbria, e quando la SVAM entrava in campo, con quella divisa fosforescente sotto i riflettori, il pubblico si scaldava. In campo, quei ragazzi si muovevano con sintonia. Anni di partite sotto la Rocca avevano creato un'intesa rara: ognuno sapeva dove sarebbe andato l'altro. La tecnica, l'armonia, la passione: ingredienti che portarono la SVAM a vincere numerosi trofei all'U.S.U., al "Città di Torino" e in altri tornei. L'attaccamento alla squadra si vedeva nei gesti più semplici. Come quando il capitano, Carlo il Brecci, indossò con orgoglio la maglia SVAM durante una gita a Roma. E si accendeva l'entusiasmo dei tifosi, che con voce potente lanciavano il loro grido d'amore: "SVAAAAAAM! ! ! SVAAAAAAM! ! ! "
Articolo di Guido Lamponi pubblicato sul periodico “Informazione Locale – Giugno 2025”

04/10/25




