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La Fratta di Filippo Titi a fine '700

La Fratta nella carta del Titi del 1697

La Fratta nella carta del Titi del 1697


(a cura di Francesco Deplanu - 19/11/2023)


Concludiamo il nostro percorso con la Fratta di Carta tra ‘500 e ‘700 con la Carta del Titi, ovvero la Fratta che emerge dalla “Legatione del ducato d'Urbino con la diocesi, e governo di Città di Castello et altri governi, e stati confinanti” del 1697 (49 x 63,5 cm), a cura dell’Abate Filippo Titi realizzata nella stamperia di Domenico de Rossi. L’aspetto più caratteristico di questa carta sono le informazioni sulle proprietà nei dintorni di Fratta, che rimandano sostanzialmente ad un sistema feudale, e sui loro proprietari, oltre alle indicazioni già comunque  presenti nella carte di Magini e negli  Atlanti del Bleau.


Immagine n. 1: Particolare di  “Legatione del ducato d'Urbino con la diocesi, e governo di Città di Castello et altri governi, e stati confinanti” del 1697, a cura dell’Abate Filippo Titi realizzata nella stamperia di Domenico de Rossi in Roma.: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53042808r


Come cartografo il Titi produsse diverse carte oltre a quella della “Legazione di Urbino”, due sono le più conosciute e anche esse compaiono sul “Mercurio Geografico” degli editori romani De Rossi per la cura proprio di Giacomo Cantelli da Vignola, geografo del Duca d’Este, al quale Titi dedicò anche il suo lavoro sulla legazione di Urbino:  la “Legatione del la Romagna” e la “Legatione del Ducato di Ferrara”. Le incisioni su lastra di rame dalle quali venivano stampate queste carte erano realizzate da Antonio Barbey solitamente con la tecnica a “bulino” un sottile strumento quadrangolare di acciaio che termina con una punta tagliente a sezione obliqua.

Filippo Titi, tifernate di nobile famiglia, fu uomo di chiesa, architetto, erudito, cultore di storia dell'arte e si dilettò nella pittura, ma viene ricordato soprattutto per una descrizione delle chiese di Roma e delle opere in esse contenute.


Seguendo quello che scrive Giovanni Bottari, che ripubblicò questa famosa guida di Titi nel 1763, “L'Abate Filippo Titi gentiluomo, e canonico di Città di Castello, e protonotario Apostolico, benché avesse atteso alli studj della Legge, pure da giovane s'era dilettato del disegno, e appresine i principj da Virgilio Ducci scolare dell'Albano, e suo concittadino. Perloché gli rimase sempre un forte genio a questa bell'arte, e qualche intelligenza della medesima. Onde stando in Roma, pensò di far cosa grata e ai Romani, e ai forestieri, col fare quasi un Indice, o Inventario di tutte le produzioni delle tre belle arti, che in Roma si trovano sparse, con indicarne i nomi degli artefici, che le avevan fatte. Stampò pertanto un libro nel 1686 con questo titolo: “Ammaestramento utile, e curioso di Pittura, Scultura, e Architettura nelle chiese di Roma, palazzi Vaticano, di Monte Cavallo, ed altri, che s'incontrano nel cammino facile, che si fa per ritrovarle, dell'abate Filippo Titi &c. Ovvero, Nuovo studio de' Professori delle virtù suddette, che si vedono nelle medesime chiese, o palazzi, le loro fondazioni, e ristoramenti, e chi ne ha la cura, o tiene il possesso con l'Indice delle chiese, e de' virtuosi, che si nominano. Ed in fine un'aggiunta, dove è descritto il duomo di Città di Castello. In Roma per Giuseppe Vannacci 1686 in 12. Dedicò questa sua Opera al cardinal Gaspero di Carpegna Vicario del Papa. Ebbe questo libro gran corso per la comodità della sua piccola mole, e tutti i forestieri se ne provvedevano, sicchè in breve ne sparirono gli esemplari.”.

Proprio dal Vicario del Papa Gaspero di Carpegna è dedicata anche la carta di nostro interesse “La Carta dalla “Legatione del ducato d'Urbino con la diocesi, e governo di Città di Castello et altri governi, e stati confinanti”. I particolari in questo articolo provengono dalla carta conservata dalla Biblioteca Gallicana di Francia dove un esemplare è conservato e digitalizzato; grazie a questo abbiamo acquistata una copia digitale per “leggere” più informazioni possibili sul nostro tema di interesse: le rappresentazioni di Fratta nei secoli XVI-XVII prima dell’arrivo soprattutto nella prima parte dell’Ottocento del “catasto gregoriano” del quale abbiamo una pagina dedicata nel nostro sito.


La carta presenta l’influenza dalle rappresentazioni cartografiche del Magini con scala in “miglia italiane” e “leghe comuni di Francia” (in rapporto di 2 a 1, 10 “miglia” = 5 “leghe”). Presenta una orografia a mucchi di talpa e tratteggio per indicare la pendenza crescente. Titi presta particolare attenzione per i confini, segnalati a tratteggio, ad esempio tra la Legazione della Marca di Ancona, il Governo di Perugia il Granducato di Toscana. Sulla costa adriatica la rappresentazione va da Rimini a Sinigallia. Inoltre di ogni località vengono riportati i titolari dei feudi, le sedi arcivescovili, le abbazie.


Immagine n. 2: Particolare di  “Legatione del ducato d'Urbino con la diocesi, e governo di Città di Castello et altri governi, e stati confinanti” del 1697, a cura dell’Abate Filippo Titi realizzata nella stamperia di Domenico de Rossi in Roma.: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53042808r


Così per quanto riguarda Fratta si nota immediatamente la somiglianza del simbolo standardizzato della città con quella, come detto, del Magini, ma appare ben visibile il Ponte sul Tevere , assieme a quello di “Ponte di Pattole” e di “Ponte Falcino” sono infatti gli unici segnalati sul fiume Tevere da Città di Castello in poi. Un “punto” nei pressi di Fratta indica  la chiesa di “Sa. Ma. Della Reghia”. L’idrografia non appare del tutto completa visto che non vi appare il torrente “Reghia” di Fratta. Sono visibili però anche altre informazioni riguardo a delle specifiche proprietà attorno al territorio di Fratta:  Serra Partucci risulta “Dei Conti Bentivogli”; Rasina “Del Marchese Nervi"; Sorbello “del Marchese Borbon di Sorbello”; Reschi (ovvero Reschio) "Dei Conti Bichi”, da Faldo a Montone risulta essere di proprietà dei “De Chierici di Camera”, “Rocca d’Aria” dei Conti Cantalmaggi di Gubbio, il Poggio tra “Ampognano” e “Cinella” del Marchese Bongiovanni”. Precisamente Sorbello, Rasina e Montone, amministrativamente sono all’interno del  “Governo di Città di Castello”, mentre Rocca d’Aria e Castello di Serra Partucci sono  nel territorio della “Legazione di Urbino”. Particolare ci appare l’indicazione della “Badia di Montecorona”, posta nella posizione vicino al Tevere perché non viene indicata con il simbolo delle “Abbazie”, come sarebbe previsto dalla legenda della carta; inoltre, vicino ad essa, nella sommità di quello che può essere individuato come Monte Corona, si nota un simbolo di edifici che dovrebbero corrispondere agli edifici dell’Eremo di Montecorona. In conclusione, Fratta con le sue caratteristiche principali, il ponte, la Chiesa di “Santa Maria della Reghia”, la vicina Abbazia di Montecorona e l’edificio dell’Eremo vengono riprodotti dal Titi anche nella sua Carta.


Simile carta, però con i confini colorati si trova nell’edizione visibile online della Stanford University  del “Mercurio geografico” dei fratelli Rossi (vedi nelle fonti le precisazioni aggiuntive): https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100141513?fbclid=IwAR24OvhsWHb_u2g_tbwmY9Ye7GNXikgamIpHp1dnAdXpwfNmPXODXJihIcs


Immagine n. 3: Particolare da  Il “Mercurio geografico” dei fratelli Rossi della Stanford University: “Mercurio Geografico overo Guida Geografica in tutte le parti del Mondo, conforme le tavole geografiche del Sansone, Baudrand e Cantelli. Data in luce con direttione, e cura di Gio. Giacomo de Rossi nella sua stamperia in Roma alla Pace, 1692: https://searchworks.stanford.edu/view/11834138


Ulteriore carta dello stsesso tipo conservata, ma oltre che con i confini colorati anche con un fondo colorato, si trova a questo indirizzo nel Catalogo dei Beni Culturali : https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100141513?fbclid=IwAR24OvhsWHb_u2g_tbwmY9Ye7GNXikgamIpHp1dnAdXpwfNmPXODXJihIcs



Fonti iconografiche:


1) “Legatione del ducato d'Urbino con la diocesi, e governo di Città di Castello et altri governi, e stati confinanti” del 1697, a cura dell’Abate Filippo Titi realizzata nella stamperia di Domenico de Rossi in Roma.: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53042808r


2) Medesima carta, questa volta colorata “Legatione del ducato d'Urbino con la diocesi,….del 1697; carta inserita nel “Mercurio : https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100141513?fbclid=IwAR24OvhsWHb_u2g_tbwmY9Ye7GNXikgamIpHp1dnAdXpwfNmPXODXJihIcs


3) Il “Mercurio geografico” dei fratelli Rossi della Stanford University: “Mercurio Geografico overo Guida Geografica in tutte le parti del Mondo, conforme le tavole geografiche del Sansone, Baudrand e Cantelli. Data in luce con direttione, e cura di Gio. Giacomo de Rossi nella sua stamperia in Roma alla Pace, 1692: https://searchworks.stanford.edu/view/11834138


Fonti:


1)  William Thayer,  Una trascrizione per la Rete, della Nona Edizione di  Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi stampato da Marco Pagliarini in Roma MDCCLXIII:  https://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/_Texts/Titi/1763*/home.html


2) Catalogo dei Beni culturali. ": https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1100141513


3) Il “Mercurio geografico” dei fratelli Rossi: “Mercurio Geografico overo Guida Geografica in tutte le parti del Mondo, conforme le tavole geografiche del Sansone, Baudrand e Cantelli. Data in luce con direttione, e cura di Gio. Giacomo de Rossi nella sua stamperia in Roma alla Pace, all'insegna di Parigi con Priu: del S. Pont. Tomo Primo. (Half title) La guida del Mercurio geografico per tutte le parte del mondo. Mercurio geografico overo Guida geografica in tutte le parti del mondo conforme le tavole di Giacomo Cantelli da Vignola geografo del Sereniss. Signor Duca di Modena intagliate albulino dà Antonio Barbey. Tomo secondo dato in luce con direttione e cura da Domenico de Rossi erede di Gio. Giacomo de Rossi nella sua stamperia in Roma alla Pace con privilegio del Sommo Pontifice et licenza de superiori l'anno 1692”. Completamente scaricabile da https://searchworks.stanford.edu/view/11834138


4) Informazioni sulla tipologia di stampa simile a quella usata da Antonio Barbery: https://www.elenasalamon.com/pages/tecniche-di-stampa

Nb: “strumento usato per incidere la lastra di rame è il bulino, che è un sottile strumento quadrangolare di acciaio che termina con una punta tagliente a sezione obliqua, la sua impugnatura è fatta in modo da poter permettere all’artista di esercitare una forte pressione sul metallo. Il bulino, incidendo il rame, solleva sottili lamine di metallo, dette barbe. Queste vengono accuratamente asportate con il raschiatoio per ottenere un segno nitido e pulito caratteristico di questa tecnica.”


5) Studi di storia del collezionismo e della storiografia artistica (TITI «ONLINE» (1674-1763):

https://www.horti-hesperidum.com/hh/2533-2/













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